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Home page http://www.santodomingostaff.altervista.org By Alexander Best Rocambole

domenica 1 maggio 2016

# PREMESSA

Questo blog è stato creato per darvi una "infarinatura"

sulla Repubblica Dominicana e stuzzicare
il Vostro interesse.

Se vi piace, sicuramente vorrete approfondire l'argomento.

In questo caso, vi consiglio caldamente di visitare


il mio sito internet.

Ho fatto il primo viaggio nell'ormai lontano agosto del 1999.

La decisione di recarsi in Repubblica Dominicana
venne presa per un motivo molto semplice: sia io che

gli altri amici che avrebbero intrapreso questa avventura con

me, non avevamo mai fatto un volo cosi lungo e laggiù

avevamo quello che si definisce  " un contatto "

ossia una persona amica nostra che aveva un socio

con appartamenti in questo Paese.

Dopo quel viaggio, ne ho fatti molti altri, a volte

anche in altri stati ma la mia meta preferita è sempre stata 

la Repubblica Dominicana.

Per questo mi sento di dire che ho la sufficiente

esperienza data da più di 16 anni di viaggi per 

consigliare tutti coloro che decideranno di

recarsi su questa splendida isola caraibica.

Ed, in sostanza, è questo il motivo per cui nasce

il mio sito ( ma anche il blog e la pagina Facebook ):

aiutare tutti coloro che sono interessati ad intraprendere

questo viaggio. Su internet è pieno di esperienze di vario 

genere scritte da viaggiatori piuttosto che
da residenti ma se deciderete di visitare questi
luoghi non abbiate dubbi e
FIDATEVI :
io sono il Vostro uomo.

# COSA TROVERETE NEL BLOG

Ritengo che, essendo questo un blog ed esistendo un mio sito che tratta in maniera ampia
e approfondita l'argomento Repubblica Dominicana, 
ai visitatori potrebbe fare più piacere leggere cose
un pò più leggere tipo i miei viaggi dal 1999 in avanti
piuttosto che notizie più tecniche riguardanti, 
ad esempio, la storia del Paese.
Per questo motivo comincerò a scrivere tutte le mie
avventure tralasciando volutamente alcuni particolari.
Motivo ? 
Molto semplice, ci sono cose personali o avvenimenti
che, se non vissuti in prima persona, sarebbero difficili da 
comprendere per i lettori.
Quindi, ora vi lascio alle mie storie e...
buona lettura !!!

sabato 30 aprile 2016

# NOVEMBRE / DICEMBRE 2015 - GENNAIO / FEBBRAIO 2016

Data astrale 30 ottobre 2015...
E ci risiamo...si riparte per altri quattro mesi.
Decido di comprare il biglietto aereo direttamente 
dal sito della compagnia
aerea ( quindi su internet ) e risparmio di brutto.
Mi vedo, poi,  costretto a dover 
cambiare appartamento: 
quello dell'annoscorso, infatti, si trova 
all'interno del contesto di una casa
privata e l'ingresso è il medesimo della scuola di spagnolo.
Dov'è il problema, vi chiederete. Molto semplice: i proprietari
( e anche amici miei, sia ben chiaro perchè questa cosa non
ha intaccato in alcun modo i nostri rapporti ) 
non hanno piacera che
entrino persone che non conoscono. In pratica, nel mio appartamento non
posso far entrare nessuno. Io posso anche capirli ma, nel
momento in cui affitto un appartamento privato, 
voglio essere libero
di invitare chi voglio. Poco male, risolvo subito 
andando nella struttura
accanto dove l'anno scorso aveva soggiornato il Maina.
Sistemazione molto dominicana ma economica, pulita, 
sicura ed in centro.
Come per il resto dei miei racconti, eviterò di 
parlare nuovamente
di posti già visitati ( quindi non vi racconterò del mio 
ennesimo ingresso
ad Ocean World dove ormai mi riconoscono 
anche i leoni marini )
ma mi limiterò a segnalare nuovi luoghi visitati ed esperienze
che meritano di essere ricordati.
Sicuramente è degna di nota l'amicizia che si è
creata con Leonardo e Carmine due ragazzi di 
Benevento titolari de "El Panzerotto",
piccolo punto di ristoro a Sosua. 
Entrambi siricordavano di me perchè 
mi avevano notato l'anno scorso a
Las Terrenas ( in realtà si ricordavano più dei miei tatuaggi ).
 Ho passato molto tempo con loro e nel loro locale ho conosciuto
Alexander Best Rocambole, ragazzo campano loro 
amico, che mi ha
donato alcune vignette da inserire nel sito.
Una delle cose che mi ha più sorpreso, è stato il 
notevole calo di turismo
( con tutto ciò che ne consegue ) a Sosua a parte 
nella settimana del
Super Bowl americano. Alcuni residenti, si ostinavano a
negare questo fatto ( avendo interessi in loco ) ma era
una cosa talmente evidente che a sentirli parlare mi sembravano fuori di testa.
Per il resto, la situazione quì non cambia:
il posto è sicuro ma bisogna SEMPRE ricordarsi di essere in un
Paese straniero. Dopo quattro anni circa, ha rimesso piede sul
suolo dominicano Thomas, amico di vecchia 
data con cui ho passato un
bel pò di tempo. Con lui sono andato ad assistere a tre
concerti che si sono tenuti fra Sosua e Puerto Plata:
quelli di Zacarias Ferreira ( 19 dicembre ), 
Raulin Rodriguez ( 25 dicembre )
 
 ed il mio preferito Frank Reyes ( 26 dicembre ).
 
 Ne è valsa veramente la pena.
Consiglio di andare a vedere almeno un concerto di 
un artista locale anche
chi non è particolarmente amante del genere perchè 
vederlo dal vivo è
veramente no spettacolo che vale la pena. 
Tenete presente, però, che il prezzo del biglietto 
è, come si suol dire, 
il classico "prezzo civetta".
Per intenderci, se ci si limita a comprare il biglietto,
spendi poco  ma 
se ti vuoi sedere e bere
i costi lievitano. Sono, comunque, stati soldi ben spesi.
Con Cristiano, ho programmato un 
viaggio nel viaggio quindi, il
29 novembre mi alzo ben presto ( le 04:30 della mattina ) 
e con il mio zaino ( con tuta una serie di sacchetti di plastica attaccati tipo
zingaro perchè non ci stava dentro nulla ) vado a Los Charamicos, accompagnato
da Thomas, a prendere il pullman della Caribe Tours 
che sarebbe partito
verso le 05:00 alla volta di Santo Domingo perchè il punto
di incontro stabilito era Boca Chica.
Ci saranno state 7...8 persone ma una 
rompi palle haitiana decide
di sedersi proprio di fianco a me. 
Giustamente mi incazzo e mi sposto.
Ma, attenzione, nel seggiolino opposto al mio un tizio decide di aprire le tende del
finestreino...chissà che cazzo aveva da
 guardare fuori che era un buio
della Madonna...va bè, mi giro 
dall'altra parte e provo a dormire.
Ma si vede che non dovevo riposare in pace perchè
prima a Puerto Plata entra un tizio haitiano che fa un
bel pò di casino poi, quando finalmente mi addormento, verso
La Vega mi suona il telefono: era Cristiano che voleva 
sapere come stesse andando.
Arrivo alla fermata della capitale in 
perfetto orario e chiedo informazioni
su quale mezzo prendere per andare a Boca Chica. Risposta:
vai dall'altro lato della strada e fa segni ai pulmini che passano.
Così faccio e vengo raccolto dopo pochi minuti da una guagua
sgangherata il cui "controllore" mi dice che mi 
avrebbe fatto scendere
alla fermata da dove sarebbero partiti i 
pullman alla volta di Boca Chica.
Lo seguo alla lettera fino a quando dice 
all'autista di bloccarsi nel
bel mezzo della strada, mi dice di scendere e di salire sul
mezzo che non poteva muoversi proprio perchè era stato bloccato dal nostro.
Spiega al volo all'altro autista 
dove dovevo andare e si riparte....
fino al quartiere di Andrés però perchè quì si doveva 
cambiare ancora una volta
per arrivare, finalmente, al parco centrale di Boca Chica.
Viaggio movimentato ma sono in perfetto orario. 
Abbastanza stanco,
vado subito alla mia sistemazione ( che mi era stata
trovata da Sergio ) il Condo Cindi. La posizione è la più
centrale che si possa chiedere ma per quanto riguarda 
i servizi lascerei
perdere. Mi presento e mi viene assegnata la camera: 
per cominciare,
manca la televisione ed il ventilatore non va. 
Vado subito a riferire
e mi dicono che avrebbero risolto tutto in breve tempo...
Mi faccio una doccia ed esco non prima di aver notato 
che il mio letto non
era propriamente stabile.
Comincio ad aggirarmi per il centro e noto che la sensazione avuta l'anno scorso
era corretta: quì la situazione è migliorata notevolmente.
Confermo le impressioni positive avute l'anno passato.
Continuo ad aggirarmi per le vie in attesa che 
arrivi Cristiano da Bayahibe.
Si presenta verso le 19:00 e prende possesso del suo alloggio:
vedendolo mi ritengo fortunato di ciò che mi 
era stato assegnato.
La cosa peggiore è che lui non ha l'acqua calda e 
quindi il giorno dopo gli
verrà cambiata la stanza.
Si tratta di una camera fatiscente ma per rendere a pieno l'idea,
vi invito a guardare questo video presente
anche sul mio canale YouTube dal titolo   
"La camera di Cristiano".
perchè le immagini a volte rendono più di mille parole.

Il tempo è molto buono e passiamo parecchio tempo
della giornata in spiaggia.
Le giornate si susseguono in maniera molto simile:
ci si alza abbastanza presto, colazione da Michele il siciliano,
spiaggia o al Puerco Rosado o al Bocana, rientro 
in stanza per la doccia,
cena al Trastevere dell'amico Carlo e chiusura bevendo qualche
cosa sulla Duarte. Tutto questo fino al giorno da me più atteso:
la partenza per Pedernales. Da anni avevo in 
programma di visitare questo
luogo ed ora, finalmente, si può andare.
La partenza, è fissata alle 09:00, per quell'ora 
ci verrà consegnata la
macchina che abbiamo preso a noleggio.
Si firmano i vari documenti del caso, saliamo in macchiana, Cristiano accende
e...il cambio non funziona.
Primo intoppo...e dobbiamo ancora partire.
La macchiana ci viene sostituita ma non subito: 
prima un tipo cerca
di sistemarla, poi l'auto sostitutiva non c'era...
morale partiamo alle 10:30.
Abbastanza innnervositi, ci muoviamo direzione capitale ma prima attacchiamo
il navigatore che diverrà protagonista in negativo più avanti.
Santo Domingo è molto vasta, si tratta della 
città più grande dei Caraibi,
quindi può essere piuttosto facile perdersi. Ad un certo punto
Cristiano decide di staccare il cellulare - navigatore 
dal vetro e tenerlo
in mano. Non faccio in tempo a dirgli che si tratta 
di una mossa non
buona che veniamo affiancati da una moto della Policia Nacional che ci ferma.
La loro intenzione è quella di multarci.
Ed intanto il tempo passa...
Cristiano prova e riprova ad evitare la multa ma ormai i poliziotti sembrano
decisi. Io, che ero stato zitto fino a quel momento, mi avvicino
ad un poliziotto, gli dico che ha ragione poi faccio 
in modo che noti il mio
tatuaggio. Vedo subito che sorride poi chiama 
il suo collega e gli fa:
"guarda, è liceysta". Sorride anche l'altro, 
mi chiede da quanti anni
venissi nel Paese poi mi dice che possiamo 
andare ma di rispettare,
da ora in avanti, il codice della strada: il mio tatuaggio ha colpito ancora.
Si riparte, in netto ritardo sulla tabella di marcia.
Tutto prosegue bene, senza intoppi...almeno adesso. 
Ci si ferma a mangiare
qualche cosa poi ci si rimette in marcia. 
Si arriva in zona Barahona
e si cerca di raggiungere il Lago Enriquillo ossia la depressione
più grande di tutti i Caraibi. Arriviamo ad un bivio:
ci sono una serie di cartelli che indicano tutti di 
andare verso destra.
Sono ben segnalati tutti i punti di interesse turistico con i kilometri che mancano
per raggiungerli. Se si decidesse, invece, di andare verso sinistra, non ci sono
indicazioni. Ci si consulta e diventa protegonista 
il navigatore di Google.
Cristiano, infatti, mi fa notare che il diabolico apparecchio segnala che andando
verso sinistra avremmo fatto molata meno strada. 
Io spingo per andare
nell'altra direzione ma lui si fida troppo del 
navigatore quindi si va a sinistra.
Ad un certo punto appare il lago ma non sembra 
ci sia modo di avvicinarsi.
Proseguiamo ancora e, quando siamo abbastanza in prossimità
della riva ci fermiamo. Per arrivare più vicino, 
camminiamo su di un sentiero
pieno di fango, passiamo sotto un filo spinato ed 
eccoci quasi in acqua.
Mi sorge un dubbio: ma sarà questo il punto 
di interesse turistico del
lago ? Sinceramente fa cagare...poi, dopo pochi secondi comincio a sentire pizzichi
ovunque, mi colpisco il braccio con la mano e 
vedo che con un solo colpo
ho fatto fuori cinque zanzare: siamo assaliti. 
Via di corsa quindi.
Mentre ce ne stiamo andando più velocemente 
possibile mi squilla il
cellulare. E' Thomas che mi saluta e chiede dove sono. 
Gli rispondo e
lui mi fa: "scappa subito che prendi il dengue !" Alla faccia...
Risaliamo velocemente in macchina e ripartiamo. Io rifletto
sull'accaduto e mi dico che sicuramente avevamo 
sbagliato strada.
Al mio rientro a Sosua, poi, l'amico Flavio che aveva 
visitato questa zona
da conferma alle mie titubanze: perfetto, dovrò tornare al
Lago Enriquillo. Proseguiamo in direzione Pedernales e la strada, ad un certo
punto, diventa leggermente dissestata e senza asfalto.
E non c'era nessun cartello stradale. Cristiano, 
sarà il caso di tornare
indietro e fare l'altra strada ? No, il navigatore dice
che andiamo bene...queso è un breve scambio di 
battute che abbiamo.
Ad un certo punto vediamo una piccola capanna 
con fuori un signore.
Ci fermiamo e gli chiediamo se siamo sulla buona 
strada per Pedernales.
Lui si avvicina e ci dice: "si, da quì si va a Pedernales ma fate attenzione fra poco la strada
sarà molto pericolosa". Ringraziamo e ripartiamo 
guardandoci un pò
preoccupati. Ad un certo punto arriviamo 
ad un cancello di legno.
Davanti capeggia un cartello con su scritto 
Sendero Bosque Ensueño.
Scendiamo dalla macchina. Ci si avvicinano due 
guardie che ci aprono.
Dicono che per passare, visto che era una zona protetta, dovevamo pagare 100 pesos
a testa. Ok, nessun problema ma non li da loro.
Dovevamo tornare indietro non so dove fino ad una fantomatica casetta
dove avremmo dovuto comprare il ticket.
Gli diciamo che non avevamo visto nulla. "è normale" 
dicono loro,
"non è segnalato". Gli chiediamo di farci il favore di farci portare da un loro collega
il tagliando. Lo chiamano. Ok, ci faranno questo favore.
Mentre aspettiamo ( circa 40 minuti ) scambiamo 
quattro chiacchere con loro.
Ci chiedono se la nostra macchina avesse il 4 x 4 
perchè altrimenti per
noi sarebbe stato molto problematico. 
Cristiano, sconsolato, dice di no.
Ma decide che si deve proseguire: il navigatore parla chiaro.
Arriva il loro collega, paghiamo, ci augura buona 
fortuna e ci guarda
come se stessimo cercando di compiere la scalata del K2.
Ci rimettiamo in marcia. Ad un certo punto 
la strada già decisamente
pietosa, diventa una vera e propria mulattiera
che attraversa il bosco:
più di un'ora per fare meno di 5 kilometri poi la macchiana non riesce ad andare
avanti. La notte sta sopraggiungendo. 
Non si può rischiare. Giriamo,
con grande difficoltà, il nostro mezzo e torniamo indietro.
Ora, si deve tornare fino a Barahona per se vogliamo raggiungere la nostra meta.
Incazzati come antilopi, ci dirigiamo più in fretta possibile prima verso l'uscita
di questo percorso terribile, poi verso Barahona.
Quì sopraggiunge la fame. Vediamo un ristorante, 
o presunto tale,
che esternamente aveva un cartello con su scritto 
menù alla carta.
Ci fermiamo ed entriamo. Bene, il menù alla carta era 
pollo con yuca:
alla faccia del cazzo !!!
Dopo esserci rifocillati un pò alla meglio si riparte.
Cristiano, che era già stato a Pedernales, fa commenti 
sulla strada che
attualmente stavamo percorrendo dicendo che è 
nettamente meglio
rispetto a quando ci era andato lui.
Arriviamo all'hotel che avevo provveduto a prenotare, 
il Doña Chava, alle 23:30
circa...da notare che avevamo previsto di arrivare per le 16:30.
Ci stavano aspettando ed un signore piuttosto 
assonnato ci da le chiavi della 
camera e si va a dormire.
La stanza è veramente molto carina: essenziale, 
pulita e accogliente con
alcune cose un pò pittoresche tipo una coperta che, visti i colori, sembrava peruviana
ed un tappeto con su disegnati i dinosauri.
Il giorno dopo mi sveglio per primo e vado in esplorazione.
Il posto è ok, inserito all'interno di un bel giardino. Vado a fare
colazione e chiedo qualche consiglio sul luogo 
ad uno dei proprietari.
Poi, quando si alza anche Cristiano, ci mettiamo 
in marcia verso
Bahia de Las Aguilas.
Arrivati, già si capisce da subito che si tratta di un vero e proprio paradiso.
Arriviamo all'ingresso dell'area protetta. Da quì,
per accedere alla spiaggia, abbiamo due possibilità:
andare in macchina dentro il parco percorrendo 
un sentiero suggestivo
con la possibilità di incontrare iguane oppure via mare accordandoci con un barcaiolo.
Optiamo per la seconda solo per una ragione: 
anche quì sarebbe
servito il 4x4. La spiaggia è praticamente deserta,
c'erano solo due matti con la tenda da campeggio.
Passiamo quì alcune ore poi ci facciamo riportare indietro.
Ci fermiamo nell'unico ristorante che c'era: 
bello il posto ma prezzi
troppo alti e lentissimi nel servizio: essendo gli unici 
se ne approfittano.
 
 Rientriamo in albergo per una doccia, poi andiamo a fare un giro per la tranquillissima
Pedernales. Questo posto si trova a soli tre minuti di auto dal confine con Haiti
quindi andiamo a dare un'occhiata.
Rispetto alla frontiera nord, quella con Dejabon, questa è decisamente più piccola
e molto meno affollata. Ci sono i soliti haitiani frontalieri che sono in attesa di
eventuali turisti curiosi che vogliano sconfinare.
Cristiano parla un pò con l'unico militare 
dominicano di frontiera
evidentemente annoiato e probabilmente anche un pò ubriaco.
Poi torna da me e mi fa: "ci fa passare 
anche senza passaporto".
No, no. non ne voglio sapere. Tanto più che si, 
è vero che lui ci fa
passare ma superato il confine, siamo in un'altro paese e quì il passaporto lo vogliono.
Torniamo indietro ed andiamo a farci una birra e 
due foto sul malecon.
Poi cena e si va a nanna: Pedernales non offre tanto 
per la vita notturna.
la mattina dopo, appena fatta colazione lasciamo le stanze e rientriamo a Boca Chica.
Lui aveva già deciso di cambiare hotel mentre io 
insisto con il Condo Cindi.
Arrivo e mi dicono che la stanza dove stavo in 
precedenza, quella che
avevo prenotato non c'era e fanno per darmi quella 
dove stava Cristiano.
 
 Mi incazzo come un'aquila e comincio ad alzare il 
tono della voce.
A questo punto, il receptionista prende coraggio e 
bussa alla coppia
che stava occupando il mio alloggio. Si dimostrano 
disponibili e si spostano
ma intanto a me tocca aspettare quasi 1 ora per prendere possesso della stanza e farmi
una bella doccia.
Quando entro vedo che manca la televisione. Quindi scendo
e dico chiaramente: "volete l'intera cifra pattuita ? Benissimo,
datemi la stanza come realmente deve essere".
Mi danno rassicurazioni. Così esco e vado 
a vedere dov'è Cristiano
poi andiamo in spiaggia.
La sera, faccio presente al ragazzo del 
ricevimento che saremmo
andati via per tre giorni e che al nostro ritorno volevamo
l'appartamento grande all'ultimo piano.
Ci dice che non c'erano problemi.
Così, dopo due giorni partiamo in direzione Bayahibe.
Io, sinceramente, non ero molto convinto perchè 
ho sempre immaginato
queste zone come luoghi dove i resort la fanno da padrone.
Cristiano fungeva da guida, conoscendo i luoghi 
inquanto li aveva visitati
svariate volte. Arriviamo nella zona 
"Pueblo Bayahibe" e ci sistemiamo
alla Cabaña Thaino. E' un alloggio che mi piace 
molto per svariati motivi:
è economico, pulito, c'è tutto ciò che può servire ed è in centro.
Devo, però dire la verità, Pueblo Bayahibe è talmente 
piccolo che in pratica
è tutto centro !!! Usciamo per fare un giro di 
ricognizione e Cristiano mi
mostra l'ingresso al Parco Nazionale dell'Est, la spiaggia da dove partono le barche per
l'escursione a Saona e la piccola spiaggia. 
Complessivamente, il giudizio su
Bayahibe è buono: è un luogo ideale per rilassarsi 
per due / tre giorni molto
tranquillo e vicino a punti turistici che 
possono risultare interessanti.
I nostri tre giorni quì li diviamo nel seguente modo:
il primo di assestamento alla nuova località,
il secondo sull'Isola Catalina ed il terzo in escursione verso
Bavaro e Punta Cana.
 
 Vedo anche la parte di Bayahibe dove sono collocati i resort:
se dicessi che è brutta, mentirei ma non è ciò 
che cerco in un viaggio.
Infatti, quì la spiaggia libera è veramente molto piccola ed intorno ai resort non c'è nulla.
Sull'Isola di Catalina ero già stato altre 5 volte ( quindi è evidente che mi era
piaciuta ) e visto che Cristiano non ci aveva mai messo piede, decidiamo di andarci.
La giornata è assolata  e personalmente molto 
divertente anche se devo dire
che al momento dell'iscrizione a questa gita ci era stato 
detto che l'aragosta
alla griglia era compresa nel prezzo: in realtà 
non era così ma abbiamo
comunque mangiato come lupi ugualmente.
Le delusioni più grandi di tutti i miei viaggi sono state 
Bavaro e Punta Cana.
Già prendendo la strada che conduce a 
queste località, si capisce che
l'ambiente è differente da quello classico dominicano: 
le strade sono perfette,
illuiminate, piene di indicazioni e con le 
piante tagliate alla perfezione.
Lungo la strada, noto la presenza di svariati parchi a 
tema che saranno le uniche
distrazioni per i turisti alloggiati nei villaggi turistici 
visto che non c'è altro.
La zona della spiaggia libera di Bavaro 
è minuscola e, oltretutto, il mare
si sta divorando la sabbia. Ci fermiamo a 
mangiare alla Dolce Vita,
 piccolo ristorantino sulla spiaggia gestito da una simpatica signora italiana.
Ci siamo trovati bene ed avrei messo 
volentieri il link del ristorante sul mio sito
ma, purtroppo, ho saputo dalla diretta interessata che dopo un mese l'oceano le aveva distrutto
il locale ed il comune non le ha dato il permesso di sistemarlo.
Ci spostiamo poi in direzione Punta Cana ed andiamo a visitare
Playa Juanillo: bella spiaggia, certo, 
ma personalmente in queste zone
non tornerò più: ripeto per me la Repubblica Dominicana, 
 quella vera, è un'altra cosa.
Rientriamo poi a Bayahibe e la mattina dopo 
torniamo a Boca Chica
dove ci aspetta una "bella sorpresa".
Infatti, l'appartamento che avevamo riservato al Condo Cindi, non solo era stato
affittato ma il receptionista, che avevo avvertito sull'ora del nostro arrivo,
ha ben pensato di chiudere tutto e di andarsene. 
Abbiamo aspettato
venti minuti poi siamo andati all'Hotel Azzurra 
( non molto lontano )
posto gradevole, economico ed in centro.
Andremo,in seguito a Sosua dove Cristiano si fermerà 
un paio di giorni per poi
ripartire. Ci si rivedrà a febbraio sempre quì a Sosua.
Altro personaggio conosciuto nel corso di questa vacanza è Daniele Guidoni:
romano verace, vive ai Caraibi da anni e risulta essere una persona molto
piacevole ed informata su svariati argomenti.